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Perchè il terzo genere sui documenti è una Stella di David


Premessa: sono molto consapevole di avere un'opinione veramente impopolare sul tema. Scopo di questo articolo è decostruire l'oggetto della discussione con l'obiettivo di proporre una visione diversa. Come sempre quindi, invito chiunque mi stia leggendo a usare queste parole non come fonte di giudizio, ma come spunto di riflessione. Com'è noto sono una persona non binaria e, com'è noto da ora, sono categoricamente contrario all'istituzione del terzo genere sui documenti nel nostro Paese. Le motivazioni sono molteplici, ma sono così sintetizzabili: per me andare in giro con la X sui documenti comporterebbe portarmi dietro, in ogni luogo e situazione, una gigantesca Stella di David. Ieri, mentre riflettevo sulla sentenza del Tribunale di Bolzano che autorizzava il riconoscimento del terzo genere (che poi in realtà è il sesso) sui documenti, ho posto un sondaggio su Instagram nel quale chiedevo se le altre persone trans*: 1. Preferissero avere il terzo genere sui documenti 2. Trovassero il terzo genere un marchio I risultati? Al 78% delle persone avrebbe fatto piacere avere questa opzione, mentre solo il 22% percepisce il terzo genere sui documenti come un marchio. Mi sorprendono questi risultati? No. Perché chiaramente anche io in un certo momento della mia vita, all'inizio del mio percorso, avrei dato l'anima al diavolo per poter vedere riconosciuto un genere che non fosse M o F sui documenti. Poi però, con il tempo e l'acquisizione di informazioni e di consapevolezza sul tema, ho cambiato idea. Porterò qui di seguito una serie di argomentazioni che spero potranno instaurare una discussione proficua sul tema. Studiando la storia del Movimento Trans Italiano, dalla quale mi piace sempre partire, ho scoperto che in una prima fase della discussione della legge Cataldo, ovvero quella legge che poi diventerà la 164/1982 - che è la legge che ancora oggi regola i percorsi di affermazione di genere in Italia - si voleva riconoscere il cambio anagrafico alle persone transgender, ma con una "T", alla voce "sesso". La prima generazione di attiviste trans*, che aveva come leader Pina Bonanno, si oppose con diverse manifestazioni e azioni politiche a quella T, perché sostenevano che quella T non fosse un problema in quanto tale, ma che lo diventasse, rendendosi un marchio, in una società all'interno della quale quella T comportava una negazione di accesso a diritti delle cittadine, come l'accesso al lavoro, all'istruzione, alla sanità, al matrimonio etc. Insomma, la tesi, che condivido io tutt'oggi, è che il problema non sia l'inserimento del terzo genere, se le persone che beneficerebbero dell'uso di quel terzo genere vivono in una società che quel genere lo tutela e sostiene giuridicamente. Se così non è, mancano le fondamenta, quindi quella X da strumento di emancipazione passa a marchio. A questo tema aggiungo il secondo, che si collega. Sapete perché si dice "vivere in modalità stealth?" per indicare le persone trans che vivono la loro vita come se fossero persone cis? Perché la "modalità stealth" era la funzione che gli aerei della seconda guerra mondiale potevano attivare per non farsi vedere dai nemici. La modalità stealth è quindi una forma in primis di protezione, e il fatto che così tante persone trans* ad oggi ancora la usino nasconde la più triste quanto vera delle realtà: essere trans* ancora oggi, nel nostro Paese, è molto rischioso e comporta una perdita di accesso ai diritti. L'ho chiamato infine Stella di David, perché in caso di venuta di un regime, se dovessimo essere noi i nuovi ebrei, ci si metterebbe davvero molto poco a trovarci. Voi direte, giustamente "Bello Gu, ma è la scelta migliore che abbiamo. Sempre meglio la X di una M o una F" Ma è davvero la scelta migliore che abbiamo? Io vorrei provare ad allargare la lente sotto la quale guardiamo le questioni che ci riguardano. Vi pongo una domanda: vi siete mai chiestə se l'inserimento del sesso (perché ricordiamoci che quello è il sesso, non il genere; perché in Italia sesso biologico e legale sono la medesima cosa) sia obbligatorio?

E se sui documenti il sesso (o genere) non fosse riportato affatto? Dopotutto, in molti Stati non è presente e anzi, vi dirò di più, nemmeno in Italia è sempre stato presente. E se lo togliessimo? Non sarebbe tutto più facile? Ma soprattutto, vi chiedo e mi chiedo, non saremmo tuttə più liberə di autodeterminarci?

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